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La ricerca di un risultato utile per staccare provvisoriamente gli avversari in attesa dei loro impegni passava quest'oggi dai tre punti del Bentegodi, stadio da cui nei precedenti cinque incontri la formazione partenopea era uscita sconfitta per ben quattro volte.
Per tal motivo, mister Benitez non ha voluto rischiare nulla confermando in toto, ad eccezione del solo Insigne schierato al posto di Pandev, l'undici che contro il Bologna aveva fatto così bene poco meno di una settimana fa.Nessuna sorpresa nemmeno per Sannino, che ha voluto premiare gli stessi ragazzi del punto d'oro al Tardini di Parma.
La partita. Il match appare da subito difficile, con Sannino che disegna un Chievo compatto e pronto a stoppare sul nascere ogni ripartenza degli avversari. Frutto del pressing clivense è il primo brivido che corre lungo le schiene dei tanti tifosi azzurri giunti a Verona: Reina,nel tentativo di rinvio, perde il pallone tra le mani a causa della pressione di Paloschi, reputata però fallosa dall'arbitro Valeri. In ogni caso la sua conclusione era finita ampiamente fuori.
Di lì a poco arriva anche la prima occasione per gli uomini di Rafa Benitez: Hamsik vede e serve con un filtrante Higuain che da posizione defilata chiama Puggioni alla respinta.
L'azione é considerabile come il preludio al gol: è il 12esimo e Insigne insiste sulla sinistra attirandosi addosso due avversari; Hamsik, dal lato opposto,si fa al limite dell'area e, servito dal compagno, calcia di interno, con il pallone che colpisce prima il palo e poi gonfia la rete.
Il vantaggio del Napoli dà la sveglia alla partita, con il ritmo che si alza considerevolmente. La difesa del Chievo continua ad essere molto alta, compattando i reparti e mettendo in seria difficoltà il palleggio degli avversari, costretti a respirare solo con il lancio lungo.
Al 24esimo gli sforzi dei padroni di casa vengono premiati: il lancio per Hetemaj è preciso, così come la palla che il finlandese sventaglia di prima intenzione a centroarea. La difesa azzurra vacilla e Paloschi punisce. Tutt'altro che esenti da colpe Britos e Reina, che pagano a caro prezzo la loro indecisione.
Incassato il gol, il Napoli riesce comunque a trovare nuovamente la forza di rialzarsi e di tornare in vantaggio. Qualche minuto dopo, infatti, un retropassaggio di Sardo mette in crisi la retroguardia di Sannino che lascia spazio vitale a Higuain, maestoso nell'inserimento; l'ex merengue serve sul secondo palo Callejon, che accorreva forte dal lato opposto, mettendolo in condizione di segnare il suo secondo gol in Serie A con un tap-in tanto facile quanto letale.
A distruggere i sogni di gloria di Hamsik e compagni ci pensa nuovamente Paloschi, oggi finalizzatore ineffabile. Prima fa tremare il palo su un clamoroso regalo di Maggio, poi approfitta degli sviluppi di un calcio d'angolo per concludere in rete con la palla che passa tra le gambe di Reina.
Dopo il break, l'inizio della seconda frazione sembra sorridere fin da subito agli uomini in maglia azzurra, più freschi e tonici rispetto ai padroni di casa, prematuramente sfiancati dal pressing asfissiante operato nel primo tempo. La partita si sblocca infatti di lì a poco, precisamente al minuto 18, con un inserimento di Inler che, complice una deviazione, chiama Puggioni all'intervento con i piedi. La respinta mette fuori gioco Higuain ma non Hamsik, che da rapace del gol mette a segno la sua quarta rete in due partite.
Il Napoli così prende ancor più coraggio e continua a sfondare la linea alzata dai padroni di casa, complice l'ingresso di un ulteriore palleggiatore (Dzemaili per Behrami). Di questo atteggiamento è figlio il poker firmato dal Pipita Higuain, che lanciato col contagiri da Insigne supera Puggioni e conclude a porta sguarnita.
In finale di tempo Sannino prova il tutto per tutto ridisegnando i suoi in chiave notevolmente più offensiva grazie agli ingressi di Acosty e Improta, ma il risultato non cambia più, con il Napoli che termina anche i quattro minuti di recupero concessi rischiando nulla e amministrando il vantaggio.
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