Siamo ai titoli di coda per questo nuovo affare per il Napoli: Leo Ostigard. Il difensore ...
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La partita di ieri sera con l'Inter non ha fatto che confermare i (cattivi) segnali di questa prima parte di stagione. La fase offensiva del Napoli è da Olimpo, quella difensiva molto molto meno.
Passando in rassegna l'organico, si ci rende conto di come quella defiance del mercato estivo abbia inciso e continui a incidere sulle pretese e i risultati sportivi della compagine azzurra.
Si sa che il bomber implacabile o il genio del dribbling appartengono alla categoria di chi va sugli scudi, sempre. E macroscopicamente sono quelli che risolvono la partita. Ma il salto di qualità, in questo calcio, in particolare quello italiano, si fa dietro. Avere una buona difesa ti permette di confrontarti a pari livello con le grandi del calcio che conta. Se qualcosa scricchiola lì dietro, hai immancabilmente all'arco tante frecce mancanti. E oggi anche un gol in meno subito ti fa passare un turno e dà più senso alla stagione.
Il Napoli questa lezione ora l'ha imparata e a sue spese.
Per questo non si possono chiudere gli occhi. Sì, giocatori di buon livello, ma non campioni in linea con la filosofia di gioco di questa squadra. Se non fosse per il solo Raul Albiol, che predica nel deserto, l'indice dei gol al passivo sarebbe ben più alto.
Partendo da Maggio e dai suoi occhi, dove corrono spensierati i ricordi malinconici di quelle discese epiche che avevano fatto grande il Napoli di Mazzarri. Con la difesa a quattro ha altre grane in più e fatica vistosamente, tanto che, a parità di condizione, gli si potrebbe preferire Mesto. Quando si alza, lascia dietro voragini che i compagni con non pochi problemi coprono. Quando è in marcatura, perde spesso l'uomo.
Discorso similare va fatto anche per Armero, che delle direttive di Rafa Benitez deve averci capito poco e niente. L'alter ego di Zuniga si perde in un bicchier d'acqua facendo il terzino. Decisamente meglio fa davanti, con più libertà di offendere, ma lì si è più che coperti. Ieri sera ha giocato Reveillere. Sappiamo perchè, come e quando è arrivato. Punto.
Un capitolo a parte merita Fernandez. Il ragazzo ha buone qualità, ma giocare in questo Napoli non è roba sua. Del resto ora si capisce il perchè Mazzarri gli preferisse Grava anche con un piede solo. Troppo lento per rincorrere gli avversari, troppo disorientato per sentire Albiol che dal fianco gli urla dove stare. Certo, qualche buona cosa la fa ben vedere, ma è sintomatico il fatto che, quando scende in campo, in molti comincino già a rimpiangere Britos — il ché è tutto dire.
L'uruguagio, lungamente disastroso e ben lontano dal granatiere di Bologna di cui Mazzarri si innamorò perdutamente, ha sviluppato con la maglia azzurra un feeling particolare. Ogni volta che comincia a giocar bene o si rompe o si fa tre-quattro giornate fuori. Per la serie chiamate i Gostbusters.
Quest'analisi a Castelvolturno l'hanno fatta, anche se in ritardo. E nel mercato invernale si cercheranno rimedi o almeno toppe in vista di agosto. Ciononostante non è escluso che si faccia già da subito un grande colpo in difesa. Del resto il top player non è solo quello che gioca davanti e, visti i risultati, tutto sommato, tanti soldi per un difensore si possono anche spendere, avrà pensato De Laurentiis.
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