Siamo ai titoli di coda per questo nuovo affare per il Napoli: Leo Ostigard. Il difensore ...
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Alcuni cambi per Benitez che si affida, per surclassare l’undici di Castro, a Henrique per Reveillere sulla fascia destra. Inler fa coppia con Behrami a centrocampo mentre in avanti sono Mertens, Pandev e Insigne a supportare Higuain, con Callejon e Hamsik inizialmente in panchina.
Fabiano e non Helton, infortunatosi seriamente, difende invece i pali lusitani, che si schierano in avanti con lo stesso tridente di sette giorni fa: Quaresma, Jackson Martinez, Varela.
Il Napoli prova fin da subito a mordere con un’azione volante che libera Mertens che stoppa bene di petto ma si allunga troppo il pallone non riuscendo a concludere al meglio grazie al ritorno difensivo degli avversari che lo chiudono. Al sesto l’offensiva dei padroni di casa, assoluti protagonisti della partita, si sfoga col tiro di Insigne da fuori che crea più di una difficoltà a Fabiano. Poi Ghoulam cade in area ma per il direttore di gara è tutto ok.
Al quarto d’ora una bell’azione sulla sinistra giocata da Insigne, Ghoulam e Behrami porta il numero 24 ad aprire dall’altra parte per Mertens che premia di testa l’inserimento di Henrique dalle retrovie. Il difensore però chiude troppo il diagonale e la palla esce di poco a lato del palo lungo. Dopo al 17esimo uno-due chilometrico tra Insigne e Higuain con il Pipita che conclude malissimo da buona posizione.
L’enorme mole di gioco espressa trova comunque esaltazione al 21esimo, minuto in cui il Napoli passa in vantaggio con Pandev. Azione che riparte veloce con un filtrante a lanciare Higuain che prima brucia Mangala poi si ferma e aspetta l’inserimento del macedone, servendolo. Il tocco a superare Fabiano è più che pregevole. Tocco che invece manca a Mertens al 31esimo quando, sugli sviluppi di un calcio di punizione concesso per fallo al limite dell’area su Albiol, si ritrova davanti Fabiano, chesi esalta, in una convincente uscita.
Le occasioni del 38esimo (Mertens)e del 40esimo (Insigne) fanno assaporare solo il gol qualificazione per un finale di tempo contraddistinto da fortissime tinte azzurre. Per un fille rouge che non può non continuare anche nel secondo tempo, che inizia con una monopolizzazione di gioco che per almeno cinque minuti vede la palla rimbalzare solo ed esclusivamente negli ultimi venticinque metri.
Al sesto Mertens dalla destra cerca con un cross sul secondo palo Insigne che, di testa, non proprio il suo marchio di fabbrica, conclude trovando la buona risposta di Fabiano che, bravo e fortunato, si salva in angolo. Dal quale Ghoulam ci prova con un destro a giro, leggermente alto sulla traversa.
Per vedere il Porto affacciarsi bisogna aspettare il 12esimo: punizione ben battuta in mezzo, spunta la testa di Carlos Eduardo con palla insidiosa che termina di poco a lato. Una goccia nel mare di casa che, due minuti più tardi, vede Fernandez servire solo Higuain che ha tutto il tempo per stoppare e mirare. Il Pipita calcia però male con Fabiano, graziato, che poi si ripete sul colpo di testa di Pandev.
Insigne e Mertens ci provano ancora prima dell’ingresso di Hamsik. Anche se il cambio più interessante è quello che vede coinvolto Ghilas (per Varela), che ha un impatto clamoroso sulla partita. Arriva il 24esimo e scatta sul filo del fuorigioco trafiggendo Reina in uscita e, contestualmente, gelando il San Paolo.
I padroni di casa perdono quindi la testa, cercando freneticamente il gol e lasciando pericolosi spazi scoperti: il Porto ne approfitta già al 27esimo con Defour che, involatosi, riesce a superare Reina con il suo tiro che colpisce il palo esterno, ma soprattutto al 31esimo, minuto in cui si sveglia Quaresma, fino a ora desaparecido, e sale in cattedra con un gran gol. Il trivela ex Inter approfitta della troppa libertà concessagli e si libera, con un pregevole gioco di gambe a serpentina, al tiro, un bolide all’incrocio che di fatto chiude la partita. Perché, se è pur vero che Benitez prova a dare una scossa con Zapata e Callejon per Higuain e Mertens, il sogno quarti per i partenopei tramonta. Poca testa, molte palle sbagliate anche nei passaggi più semplici, il contraccolpo psicologico si fa sentire con gli ultimi minuti che nonostante tutto regalano almeno il pareggio, che evita una sconfitta paradossale. Al 91esimo, infatti, Callejon dalla destra serve veloce e rasoterra al centro per Zapata che insacca in scivolata rendendo un attimino più dolce una serata dal gusto amarissimo per quanto raccolto in virtù di quanto espresso.
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