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Doveva essere una grande festa dello sport, Fiorentina-Napoli ha invece rappresentato una serie di occasioni perse. Quanto successo nel pre-partita, con i numerosi attimi critici di cui l’aggressione al 31enne tifoso partenopeo ne è solo il più grave, ha minato e non poco la serenità di una serata di calcio spensierato dove l’unico momento di tensione doveva esser rappresentato dai migliori colpi dei fuoriclasse in campo. E così avanti a oltranza fino alle 21.35, momento in cui le squadre sono entrate definitivamente in campo, per sapere con certezza se fosse il caso o meno di giocare. Innanzitutto perché le condizioni del tifoso preoccupavano e agitavano non poco la tifoseria azzurra, poi in silenzio per tutta la partita. Giocare o non giocare? Dilemma, doloroso, di difficile risoluzione, con l’una e l’altra opzione corretta e allo stesso tempo sbagliata.
Dieci minuti dopo la partita comincia, solo dopo l’inno nazionale cantato da Alessandra Amoroso e, surely, fischiato da entrambe le curve.
Passando alla partita giocata, nessuna sorpresa di formazione rispetto a quanto annunciato per Montella, mentre Benitez opta per Insigne e non Mertens sulla corsia di sinistra. Sintomo del gran nervosismo in campo è l’intervento di Savic a martello su Inler che meritava un sacrosanto cartellino giallo non comminato però da Orsato, che non grazia minuti più tardi Borja Valero per un’entrataccia su Jorginho.
La prima fiammata della partita è targata Napoli: Insigne rientra dalla sinistra e tira sul primo palo con Neto che devia in angolo. Calciato sul portiere in maniera molto insidiosa, con Higuain che prova a sfondare il muro. Provvidenziale è Borja Valero che aiuta nel frangente il compagno estremo difensore in difficoltà. Il preludio al gol, che arriva puntuale all’11esimo grazie a un capolavoro proprio di Insigne. È buona la ripartenza del Napoli con Hamsik che con molta abilità si propone per vie centrali e tiene palla fino a quando non arriva Lorenzinho, libero sulla sinistra. Lo slovacco lo serve in maniera molto intelligente, con il folletto di Frattamaggiore che conclude al volo a giro sul secondo palo facendo secco Neto.
Se è pur vero che la Fiorentina gioca un calcio più gradevole e imposta la partita, bisogna riconoscere che tutte le occasioni più importanti sono di matrice partenopea. Al 15esimo infatti Callejon mette una gran palla in mezzo con l’accoppiata Neto-Rodriguez che mette fuorigioco Higuain – in ottima posizione – in modo magari ruvido ma efficace. Il Pipita manca il tap-in, la palla termina fuori. Ma ancor meglio due minuti dopo, quando il Napoli trova ancora la via del gol, ancora con Insigne. Higuain è devastante nel saltare Savic e nel portarsi in avanti servendo poi i compagni al centro dell’area. Hamsik è però troppo avanzato e non ci arriva, non come l’accorrente Insigne che tira al volo e batte nuovamente Neto nonostante l’estremo tentativo di recupero di Tomovic, che riesce solo a deviare. Bello il gol, spettacolare l’esultanza, in salto mortale.
Una timida reazione della Fiorentina si ha solo al 25esimo con la botta da fuori di Borja Valero, alta sulla traversa; situazione che dà coraggio per il gol di Vargas tre minuti più tardi. Palla veloce spizzata da Ilicic per l’ex Catania e Genoa, buco clamoroso nella difesa azzurra e sinistro prepotente al volo di controbalzo alla palla che spioveva. Reina resta pietrificato e deve raccogliere la sfera dalla rete.
Poi ancora entrambe le formazioni pericolose prima del 45esimo, minuto in cui la Fiorentina segna con Aquilani una rete prontamente annullata da Orsato per millimetrico fuorigioco.
La seconda frazione si apre da subito a ritmi molto intensi con giocate e spunti oltremodo interessanti. Gli uomini di Montella continuano a giocar meglio con l’undici di Benitez, più individualista, che si affida invece a ripartenze e azioni personali. Al 63esimo Mertens rileva uno stanco e acciaccato Hamsik che esce tra gli applausi del pubblico partenopeo presente, mentre al 71esimo è il turno di Padenv per Higuain, stremato. Una fiammata di Mati Fernandez – da poco entrato per Pasqual – preoccupa un po’ Reina, che comunque si limita a controllare la palla che termina alta sulla traversa, questo prima dell’ingresso, tra il boato del pubblico, di Rossi, che rileva Joaquin.
Al 74esimo bella ripartenza del Napoli con Insigne che cerca e trova Pandev a tu-per-tu con Neto. Il macedone calcia però sul portiere in uscita, divorandosi l’occasione della rete della tranquillità. Errore che rischia di diventare un rimpianto bello grosso al 79esimo quando Inler, già ammonito a inizio ripresa, si fa cacciare fuori per somma di ammonizioni a causa di un fallo inutile più che evitabile. Benitez corre subito ai ripari inserendo Behrami al posto di Insigne.
Con l’uomo in meno e un risultato da dover difendere con le unghie e con i denti sotto l’entusiasmo del gioco toscano, gli azzurri rischiano di soccombere al minuto 85 quando Valero cerca Matri per l’accorrente Ilicic, solo a calciare davanti a Reina. L’ex Palermo sbaglia però l’impossibile da ottima posizione concludendo a lato per l’incredulità dello stesso portiere spagnolo che, già vedendosi bucato, si era lanciato in un ultimo disperato tentativo di opposizione. All’87esimo ci prova anche Matri, bravo a girarsi velocemente concludendo però fuori, prima dei cinque minuti di recupero concessi dal direttore di gara, una mazzata nello stomaco allo stanco undici campano. Che comunque la spunta a sorpresa chiudendo al 92esimo la partita grazia a un gol di Mertens propiziato da un’insistita – e fortunata – azione palla al piede di Callejon. Ricevuta palla, il belga si inventa un colpo da biliardo in diagonale che buca Neto per la terza volta e manda in visibilio i 30mila cuori azzurri presenti all’Olimpico.
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