Siamo ai titoli di coda per questo nuovo affare per il Napoli: Leo Ostigard. Il difensore ...
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Tanta amarezza e almeno un paio di netti rimpianti. È quello che resta al Napoli dopo il pareggio rimediato in casa con l’Athletic Bilbao nell’andata del turno preliminare che dà l’accesso alla Champions League. Gli uomini di Benitez hanno pagato di sicuro eccessivamente gli errori commessi che, si sa, a questi livelli si dimostrano sempre decisivi. Errori sia difensivi, in occasione del gol subito forse più colpa dell’immobilismo generale che per merito del tocco di Muniain, ma anche, troppi, offensivi, con la stecca di Insigne a inizio gara sintomatica di una serata storta per i vari Callejon e Michu.
Rafa Benitez si affida al 4-2-3-1 confermando Britos sull’out sinistro, accompagnato da Maggio, Raul Albiol e Koulibaly nella linea difensiva a quattro davanti a Rafael. In mediana vicino a Jorginho gioca un generoso Gargano, che dà tutto quello che ha nonostante evidenti limiti tecnico-tattici. Un gravemente insufficiente Callejon agisce invece con Hamsik, trascinatore, e Insigne, a cui manca ancora qualcosa, dietro il Pipita Higuain. Per Valverde lo stesso poche sorprese se non tutte conferme: i piedi caldissimi di Susaeta e Muniain accompagnano la fisicità di Aduriz, bomber 33enne che di certo non si scopre oggi.
Fase iniziale certamente favorevole al Napoli che, fin dai primi minuti, schiaccia in tutto e per tutto la formazione ospite. La prima palla buona è per Hamsik che si inserisce bene ma non riesce a schiacciare a terra la palla. Poi Insigne con un movimento fulmineo si fionda su un lancio calibrato di Jorginho – osservato speciale di Conte, in tribuna in veste di nuovo ct della Nazionale – ritrovandosi a poter battere a rete in ottima posizione. La coordinazione non è però delle migliori e di fatto cicca il pallone del vantaggio.
Accusato il colpo, l’Athletic comincia a svegliarsi e a controbattere le sortite offensive e il gioco napoletano. Ne nasce così una partita sostanzialmente equilibrata, combattuta con voglia da una parte e dall’altra, con i baschi che pareggiano anche le occasioni da gol. Rafael infatti è costretto a intervenire più volte rischiando quasi nulla in parate plastiche. Una poderosa incornata di Laporte sugli sviluppi di un calcio d’angolo invece sveglia le prime avvisaglie di terrore negli occhi di un San Paolo gremito. Marcatore azzurro bruciato sul tempo e palla che esce di un soffio al lato del sette. Fiu!
La doccia fredda però è nell’aria e arriva puntuale al 41esimo. Ripartenza Bilbao che si sposta poi sulla sinistra dove Britos rimane a guardare la progressione di De Marcos ; Insigne capisce l’andazzo e prova alla disperata a intervenire, fiaccato però come naturale dal movimento offensivo che aveva assecondato precedentemente. Il numero 10 biancorosso scarica bene in contromovimento per Muniain che con un tocco da biliardo buca Rafael lì dove fa più male, all’angolino basso. Il Napoli crolla e non riesce a reagire.
Immobilità che per un certo senso si risente anche nei primissimi minuti della seconda frazione quando gli azzurri, pur non perdendo mai il pallino del gioco, appaiono bloccati. Con l’intensità che va crescendo, Benitez manda in campo uno scatenato Mertens richiamando in panchina un fischiatissimo Insigne che, sentitosi tradito dal suo pubblico, non la prende bene e reagisce aizzando la folla. Poi sconsolato si chiude in se stesso, disperandosi.
Gli azzurri beneficiano subito della freschezza del folletto belga. E poi ci pensa Gonzalo Higuain al 68esimo a prendere in mano i suoi e a riportarli in carreggiata con un gol di quelli stratosferici, da cineteca. Lancio illuminante dalle retrovie, stop fantascientifico dell’attaccante argentino a seguire sulla destra per aggirare la difesa. Poi diagonale a incrociare che non lascia scampo all’allungo di Iraizoz.
Mentre gli avversari arretrano cercando maggiore copertura e solidità difensiva, evidentemente paghi del risultato, i padroni di casa attaccano e si rendono pericolosi con Callejon servito solo davanti alla porta. Tutto il San Paolo si prepara a urlare nuovamente di gioia, lo spagnolo fallisce clamorosamente la ghiotta occasione calciando colpevolmente fuori in una evidente fotografia di una partita da dimenticare. Mancanza di freddezza sotto porta, si diceva ai tempi. Malattia che contagia anche l’ultimo arrivato Michu a cui Mertens serve, dopo un gioco di gambe strepitoso, un rigore in movimento. L’ex Swansea perde quell’attimo arrivando forse un filo in ritardo per la piena battuta; non se la sente e appoggia sulla destra per Callejon che, poi, calcia su di un avversario. Benitez si mangia le mani disperato in panchina.
Gli errori comunque costano e condizionano ma gli azzurri non si perdono d’animo. Continuano a spingere infatti con un Athletic che prova sempre più svolte difensiviste e che si trova ugualmente, di punto e da capo, in balia dei padroni di casa. Che infatti tentano ancora di colpire con Mertens che si inventa dalla distanza un tiro a giro che impegna bene in angolo Iraizoz. Protagonista più tardi di un miracolo con la mano di richiamo sul piattone ravvicinato e a colpo sicuro di Higuain, la cui gioia si strozza in gola. Inutile il forcing, la pratica è rinviata alla partita di ritorno che si giocherà tra una settimana nell’inferno del San Mames. O come la chiamano loro la cathedral.
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