Siamo ai titoli di coda per questo nuovo affare per il Napoli: Leo Ostigard. Il difensore ...
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Tutt’altro che il San Paolo delle grandi occasioni questa sera per il match tra Napoli e Sparta Praga. Vuoto per quasi due terzi, ha fornito, nonostante il calore degli irriducibili, uno spettacolo freddo e spoglio, ben lontano dai frame delle gloriose notti di Champions in cui, al grido della medesima parola, tremava di gioia persino quel Vesuvio che del capoluogo campano è simbolo inestimabile.
Per affrontare i cechi nel miglior modo Benitez si affida a un moderato turn over con i soli innesti di Henrique (per Maggio), Britos (Zuniga), Gargano (Jorginho) e Mertens (Insigne) a modificare la formazione sconfitta dal Chievo. Lavicka, come annunciato, sceglie anch’egli un modulo speculare, il 4-2-3-1, con tutto il peso dell’attacco riversato sulle navigate spalle di bomber Lafata, autore poi non di una grandissima prestazione.
Inizio di partita con le squadre che si studiano alternandosi in un insistito possesso palla, sicuramente maggiore per gli azzurri che, sfruttando il favore ambientale delle mura amiche, tentano di infilarsi nelle strette maglie avversarie. Due conclusioni velleitarie dalla distanza (solo potenza) di Mertens e Britos scaldano la partita, che la sblocca però la formazione ospite al 13esimo: calcio d’angolo e palla ciccata da Costa che favorisce un secondo uomo in maglia amaranto che vien su dalle retrovie. Si tratta di Hausbauer, il cui tiro magico trova i giri giusti per superare la muraglia di uomini e insaccarsi preciso a fil di palo, nell’angolino, dove Rafael non può arrivare. Una sberla bella e buona, a cui il Napoli non riesce a rispondere subito, almeno non prima di una decina di minuti, precisamente al 23esimo, minuto in cui trova la via del pareggio. Mertens è infatti intelligente a battere velocemente una punizione concessa per fallo sullo stesso, Higuain, spalle alla porta, ha la prontezza di giocare di sponda per l’accorrente Hamsik che prima fa fuori il marcatore e poi conclude morbido col cucchiaio per scavalcare il portiere in uscita. Il San Paolo esulta già ma la traversa nega la gioia allo slovacco, ribadendo la sfera in prossimità di Callejon che ci prova a botta sicura. Il suo tiro, murato da un avversario con il gomito, genera un calcio si rigore. Sul dischetto Higuain che mira, stavolta rasoterra, allo stesso angolo di quattro giorni fa. Rigore perfetto, portiere battuto.
A questo punto gli azzurri riprendono coraggio e si dannano alla ricerca della marcatura che darebbe il vantaggio cercando di dare continuità al nuovo gioco acquisito. Occasione che capita già ghiotta al 26esimo quando una cintura ai danni di Mertens porta a una interessantissimo calcio di punizione dal limite: va lo stesso belga, palla troppo alta sulla traversa. Che trema poi al 32esimo con la scoppola di Callejon che sorprende tutti e si stampa all’incrocio dei pali.
Col passare dei minuti e l’incedere di fine frazione si fa vedere anche lo Sparta ripartendo pericolosamente soprattutto quando il Napoli si allunga e si dimostra indifeso. Per fortuna i pericoli reali per Rafael risultano essere sempre marginali, come il colpo di testa su sviluppi di un calcio piazzato che al 50esimo, in avvio di secondo tempo, fa sussultare i tifosi. Ampiamente fuori, rivelano le immagini. Preludio al gol di Mertens del 2-1 che arriva appena un minuto dopo. Higuain sveste i panni del finalizzatore per indossare quelli dell’assist-man, fa tutto bene sulla fascia destra liberandosi degli avversari e mettendola forte e rasoterra in mezzo dove il folletto belga si fa trovare pronto per il tap-in grazie a un buon movimento senza palla, da “attaccante vero”. Il San Paolo esplode e poi omaggia il Pipita per la giocata fatta invocando più volte il suo nome.
Con il vantaggio acquisito, Benitez chiede ai suoi di gestire meglio pallone e risultato. Nonostante un tiki taka che si fa sempre più corposo, non mancano le occasioni da rete, che anzi fioccano. Al 59esimo Mertens scappa sulla sinistra e imbecca centralmente Gargano ben posizionato. Conclusione dell’uruguaiano e Bicik chiamato alla respinta con Hamsik che, murato, non riesce ad approfittare. Al 66esimo, invece, un’ottima giocata sulla destra di Callejon porta ancora Mertens davanti la porta. Il cross dello spagnolo è, però, più per un Higuain e il belga, a cui, inutile dire, manifestamente mancano alcuni centimetri, insacca esibendosi in una manos de Dios di maradoniana memoria. Non è così fortunato, però, dato che il direttore di gara se ne accorge e lo ammonisce nonostante le sue rimostranze (lamentava una spinta).
La partita di Higuain finisce tra la standing ovation del pubblico al 69esimo, minuto in cui fa il suo ingresso in campo Michu, che ha subito al 77esimo una buona occasione a tu per tu con il portiere in progressione. L’intervento del difensore avversario, da dietro e pulito, è magistrale e l’occasione, clamorosa, sfuma così. Ma poco male per il Napoli che all’81esimo trova il tris ancora con Mertens. Exploit dalla sinistra per il numero 14 che s’incunea in area saltando come birilli due avversari con un doppio dribbling secco che già da solo vale il prezzo del biglietto. La conclusione di destro a fil di palo è poi chirurgica, di quelle che non lasciano scampo, e Bicik è battuto per la terza volta.
Col terzo gol partita in discesa controllata egregiamente dagli azzurri che contano, poco dopo l’80esimo, sull’apporto di Zuniga e David Lopez entrati in campo per Hamsik e Callejon. Una bomba – deviata da un grande intervento del portiere – di Gargano dalla distanza al 93esimo per poco non regala il poker ma di certo chiude le emozioni di questo giovedì da leoni. Del resto chi ben comincia…
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