Siamo ai titoli di coda per questo nuovo affare per il Napoli: Leo Ostigard. Il difensore ...
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Il risultato perfetto per quelli che volevano la crisi del Napoli, la sconfitta al Friuli con l’Udinese ribadisce a gran voce il netto periodo no di questa squadra. Un periodo in cui basta una sola occasione concessa agli avversari per servire il tracollo sul piatto d’argento, in cui nulla sembra andare per il verso giusto anche se, a volte, è pur vero che l’handicap si va cercando con il lanternino. Se appena sette giorni fa l’alibi per Benitez e i suoi era fornito dalla sfortuna di non trovare il gol nonostante l’enorme mole di gioco espresso, venendo poi contestualmente puniti dall’unica, vera, occasione pervenuta ai clivensi, oggi bisogna ammettere che le colpe sono ben note alla luce del sole: una squadra sonnecchiante che ha regalato a ritmi blandi almeno un tempo al 10-1 schierato da Stramaccioni, con la paura di prenderle che sovrastava la voglia di sbilanciarsi per tentare di offendere in maniera decisa e convinta. L’1-0 nel computo totale dei 90 minuti appare esser comunque una punizione eccessiva per gli ospiti, sberla da cui, si spera, si possa imparare per correggere gli errori e ripartire con un altro passo.
Nel cantiere a cielo aperto del Friuli Benitez opta per una formazione rivoluzionaria e, per certe sfaccettature, controversa: difesa confermata rispetto alla partita con lo Sparta a eccezione di Henrique che lascia, sulla fascia destra, il posto a Maggio. David Lopez esordisce dal primo minuto a centrocampo insieme a Gargano, con Zuniga, pesce fuor d’acqua, Michu, apatico, e Insigne a supporto di Higuain. Stramaccioni, invece, schiera un 4-3-2-1 con Totò Di Natale unica punta e Fernandes e Kone appena dietro per quella che si appresta a essere una formazione tutt’altro che difensivista, opinione poi puntualmente smentita nel corso dei minuti.
Inizio di partita un po’ imballato con l’Udinese compatta e il Napoli che fatica a trovare la quadra. Una botta di Badu a cercare il primo palo al decimo vorrebbe rompere la noia, ma Rafael si tuffa controllando la palla che termina abbondantemente fuori. Gli ospiti, quindi, cominciano a salire col possesso palla aumentando l’intensità del fraseggio e facendosi pericolosamente stanziali nella metà campo bianconera. Nulla di concreto, però, dato che le (poche) idee si confondono prima di perdersi nelle fitte maglie avversarie e ogni iniziativa di verticalizzazione per Higuain viene ricusata in favore del passaggio indietro. Al 25esimo una trivela di Insigne da centrocampo trova chirurgicamente il Pipita che stoppa, si esalta e tenta di rendere il favore toccando con un pregevole colpo di tacco il pallone che non potrà mai giungere al compagno. Inutile sì, ma estremamente bello. Poi le conclusioni di David Lopez (sbilenca) e Michu (telefonata) prima della più grande emozione della frazione: l’ex Swansea difende bene il pallone e appoggia indietro per Gargano che da appena fuori area prova il tiro a rientrare; Karnegis battuto, solo il palo nega la gioia all’uruguaiano. Nel finale si vede, finalmente, anche Di Natale, attesissimo come sempre dal pubblico di casa. Il suo tiro, però, è da matita rossa e finisce alle stelle.
Dopo 45 minuti di partita controllata ma contestualmente vacua ci si aspetterebbe un cambio di intensità dagli uomini di Benitez. Invece tutto resta assolutamente piatto con l’Udinese che, invece, tenta di venir fuori nonostante accetti di buon grado la situazione. Il tecnico spagnolo, tutt’altro che pacato, opta così per una svolta al minuto 63 inserendo Callejon per un non pervenuto Zuniga. E ciò porta da subito benefici dato che, neanche un minuto, e gli ospiti costruiscono forse l’azione più interessante della partita stessa. Il taglio di Higuain a smarcarsi verso l’esterno è micidiale, il suo tiro a incrociare pure che impegna – e non poco – Karnegis che ribatte nel cuore dell’area. Michu non c’arriva e allora ci pensa l’accorrente Callejon a provare il piazzato sul quale l’estremo difensore friulano è ancora una volta decisivo. Ma è proprio quando tutto fa ben sperare che, da un fallo evitabile si Gargano sulla trequarti, nasce l’azione del vantaggio dell’Udinese. È il 71esimo, sulla palla va Di Natale che la mette in the box; Koulibaly tenta di ribatterla ma, di fatto, la prolunga di testa per l’incursione a fari spenti di Danilo che buca un incolpevole Rafael.
Inutili i pronti innesti di Mertens (per Michu) e De Guzman (Insigne), il Napoli, a schemi saltati,prova a rispondere rabbiosamente senza produrre sensibili mutamenti. Maggio, difatti, all’82esimo sfiora il pareggio di testa, nei tre minuti di recupero concessi poi l’assalto di Higuain&Co. si perde tra la confusione più assoluta, falli fischiati o meno, tanto, troppo, nervosismo.
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