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È stata una partita a senso unico, l’ennesima, quella che ha visto questa sera il Napoli trionfare sullo Young Boys per 3 gol a 0. Mura amiche felici, quindi, per gli uomini di Benitez che hanno dominato per tutti i 90 minuti, riconoscendo agli svizzeri, arrendevoli e inermi nel subire, una legittimazione solo nel finale con il tiro di Nikci parato da Rafael. Sole che continua a splendere, così, sul capoluogo campano, che riconferma, a eccezion dei due schiaffi presi a Berna all’andata, il suo trend positivo in Europa League davanti al suo pubblico, seppur non numerosissimo caldo e partecipe come al solito.
Ampio turn over per Rafa Benitez che risparmia gran parte dei gioielli di famiglia per la difficile trasferta di domenica pomeriggio a Firenze. Rafael, Koulibaly e Insigne gli unici confermati, infatti, accompagnati nel 4-2-3-1 dai vari Mertens, Inler, Gargano. Con Henrique al centro della difesa si rivede in campo Mesto, mentre in avanti a supporto di Zapata da trequartista agisce De Guzman, eroe della partita. Squadra al meglio invece per Forte che crede nella possibilità di poter far risultato affidandosi ai suoi migliori interpreti, Hoarau, Bertone e Steffen su tutti, senza dimenticare il prodigio dell’U21 svizzera Mvogo tra i pali.
La partita entra nel vivo fin dai primi minuti, con le due squadre che cominciano ad affrontarsi senza paura a viso aperto. Situazione che però dura poco, con il Napoli che primeggia e monopolizza il gioco soprattutto grazie al suo uomo di maggior talento in campo, Lorenzo Insigne. Al 14esimo infatti è proprio il suo tiro a giro a scaldare le mani a Mvogo che respinge con un bell’intervento. Poi al 21esimo Zapata fa l’Higuain e si allarga sulla fascia propiziando l’inserimento di De Guzman, il primo di una lunga serie. Finisce però alto il tiro del numero, che non trova i pali nemmeno un minuto dopo con un diagonale di testa.
Il ritmo poi s’abbassa con lo Young Boys che di fatto scompare definitivamente. Buon per gli azzurri che, controllando la circolazione della palla, pungono la difesa avversaria, che pur si difende sempre ottimamente, con continue quanto repentine accelerate. Si arriva così al 38esimo, minuto della prima sostituzione per Benitez: Ghoulam rileva Britos sulla fascia sinistra, costretto a uscire vittima diversi minuti prima di un contrasto di gioco – per opporsi a Hoarau s’era immolato beccandosi una sonora pallonata, del tutto fortuita, in volto.
È il minuto 41 e calcio di punizione da posizione interessante per gli ospiti. La difesa, schierata, sventa e rilancia Insigne in contropiede, sempre più incontenibile in un finale per lui rovente, che salta in velocità due avversari in un sol colpo. Mvogo è fuori dai pali e così il Magnifico tenta di sorprenderlo da distanza siderale. Benitez si arrabbia in panchina, idea però buona che fa fuori il portiere ma termina di poco in out. Poi sull’azione seguente sempre lui piazza un gran destro sotto la traversa: duello vinto ancora da Mvogo che, con la punta delle dita, riesce nell’impresa di toccarla quel tanto che basta. Tanto per inaugurare la serie di corner da cui, sugli sviluppi, al 47esimo in pieno recupero nasce il vantaggio del Napoli. Defilatosi sulla sinistra, De Guzman, che precedentemente aveva battuto in prima persona i tiri d’angolo, da distanza più che consistente lascia partire un tiro-cross, siluro che si infila nel sette col portiere che, ingannato, se ne sta quasi a guardare. Gesto strappa-applausi col pallone che via via trova effetto e velocità, forse complice anche il vento che soffiava forte in quel momento.
La seconda frazione si apre con il Napoli, galvanizzato dal risultato, che controlla la partita sempre più convinto dei propri mezzi palleggiando senza fretta e bene e schiacciando gli avversari negli ultimi 20-30 metri di competenza. Il bel lancio dalle retrovie di Mesto trova, al 46esimo, il più bello stop di Mertens, che poi finta di rientrare sul sinistro ed esplode di destro trovando l’esterno della rete e solo l’illusione del gol. Al 55esimo è ancora il terzino ex Genoa e Reggina a spingere e guadagnare il fondo per poi appoggiare a Zapata in area. Di prima intenzione il numero 91 non sfrutta la buona posizione e spara due dita sopra la traversa. Quindi ci prova Insigne al 58esimo a esaltare il dai-e-vai tra Mertens e De Guzman scegliendo il diagonale rasoterra, ma il suo tiro fa la barba al palo. Insigne che ha, una manciata di minuti dopo, l’occasione per rifarsi concludendo da buona posizione il triangolo chiesto (e ottenuto) a Inler. L’epilogo però è lo stesso, con la palla troppo alta e il raddoppio che, sembra una maledizione, non arriva. Almeno fino al 65esimo quando Zapata aggancia un pallone a centrocampo e riparte in velocità saltando prima due avversari, poi un altro sempre in corsa, fino ad arrivare al limite dell’area dove appoggia al fianco per l’accorrente De Guzman. Tutto semplice, palla nel sacco e Napoli 2 Young Boys 0.
Al 73esimo applausi per Insigne che lascia il campo per far posto a Callejon, che Benitez vuole per trovare un’ulteriore rete, quella che garantirebbe la vittoria in caso di spareggio con gli svizzeri. Poi, dopo diverse conclusioni di Zapata, rivitalizzato rispetto al primo tempo, ecco anche Higuain in campo a partire dal 79esimo. Ma il gol, il terzo, arriva puntuale al minuto 83 ancora dai piedi di De Guzman che così firma la sua tripletta personale guadagnandosi anche il pallone da portare a casa come trofeo di una notte magica. Ghoulam sfonda sulla sinistra e scodella una palla in area, terra di nessuno con Von Bergen che cerca, goffamente, di allontanare. Idea non brillantissima col senno di poi, dato che l’ex Swansea e Villareal s’inserisce dalle retrovie, arpiona e addomestica un pallone difficile e supera con un pregevole colpo d’esterno un incolpevole Mvogo. Partita finita, sì, con lo Young Boys che partorisce però, all’alba dell’extra-time, l’occasione più ghiotta di tutta la partita. Nikci, subentrato al 60esimo a Nuzzolo e rimasto fino a questo momento inoperoso, si beve la difesa del Napoli e arriva solo al tiro davanti a Rafael. Il brasiliano, però, è strepitoso nel negargli di piede una gioia che, nell’economia totale della partita, brutto dirlo, gli svizzeri non avrebbero meritato.
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