Siamo ai titoli di coda per questo nuovo affare per il Napoli: Leo Ostigard. Il difensore ...
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Alla presentazione del nuovo calendario della società ha partecipato, insieme all’Head of Operation Alessandro Formisano, l’allenatore azzurro Rafa Benitez.
«Quando mi hanno chiesto di fare il calendario pensavo potesse essere difficile. Non sapevo come fare, non sapevo quanto tempo avremmo perso di allenamento. Ho visto che sono tutti professionisti, ci hanno fatto perdere poco tempo – ha iniziato – Il mio primo pensiero è sempre quello sportivo, ho voluto realizzare questi scatti ma non volevo spendere troppo tempo e siamo stati accontentati. Hanno cercato di farmi stare a mio agio, appena arrivavo mi davano subito delle indicazioni. È stato più semplice di ciò che sembra, è stato fatto tutto in mezz’ora. Ringrazio tutti per questa novità, è il secondo anno che sfilo, è stata una bella esperienza. In Spagna si fa questa cosa del calendario, ma non viene organizzato così bene come qui a Napoli. Lì si fa spesso per beneficienza, ma a questo livello è diverso. I calciatori andavano a scaglioni, io ad esempio sono andato da solo, dopo di me sono arrivati tre o quattro calciatori. Un mese prima del calendario sapevano che dovevano fare queste foto per il calendario e stavano sempre in palestra. Ci siamo divertiti molto! Io non sono d'accordo che ogni settimana qui a Napoli cambia tutto. Noi in Spagna diciamo che l'uomo è l'unico animale che inciampa sulla stessa pietra».
«Campionato? Una settimana siamo fantastici, la settimana dopo siamo da settimo posto. David Lopez non è nessuno, poi diventa importante – ha dichiarato – Adesso abbiamo perso contro il Milan e se vinceremo due partite che succederà? Io resto tranquillo, se qualcuno capisce il messaggio bene, altrimenti continuerò per la mia strada. Analizzo cosa succede e cerco di trovare una soluzione. Vedremo alla fine dove saremo. Siamo a due punti dal terzo posto, ci mancano almeno dieci punti che abbiamo buttato per strada. Il calcio soprattutto qui cambia di settimana in settimana. Prossima partita? Il Parma è ultimo ma gioca bene al calcio. Se vinciamo questa partita e poi battiamo la Juve cosa diranno? Cambieranno ancora il discorso. Serve tranquillità, spalla a spalla si fa tutto. Sono convinto che dobbiamo migliorare. Il gruppo è molto unito e lavora benissimo».
«Certo che dobbiamo migliorare qualcosa, ma la squadra sta bene! – ha poi continuato – Quando giochi una finale con la Juve è più facile trovare le motivazioni. Dobbiamo essere concentrati, compatti, metterci grinta e cercare il gol evitando disattenzioni in fase difensiva. Dico che la stagione è ancora lunga e sono sicuro che sarà un 2015 positivo e riusciremo a ripetere la stagione positiva dell'anno scorso. Se qualcuno vuole capire bene, altrimenti... Il nome del Napoli si sente in tutto il mondo. Conoscete Raul Blanco? Adesso è negli Usa e se gli chiedono della serie A parla del Napoli – ha rivelato – Il Napoli è arrivato ad un livello internazionale che prima non c'era. Prima si giocava un bel calcio, ma oggi siamo ad un livello più alto. Manca qualche risultato, ma vedremo a fine stagione».
Poi una battuta su De Laurentiis: «Siamo d'accordo al 100%. Vogliamo arrivare al traguardo – ha detto – Ieri abbiamo parlato abbastanza e abbiamo deciso di allenarci e poi andare a casa, senza ritiro. È stata una scelta di tutti, stare lì tutti insieme ci fa star bene, ma abbiamo perso l'opportunità di vincere tante partite per vari motivi e dovevamo stare più vicino a Roma e Juve. Questa squadra può farlo. Ai calciatori fa molto bene tornare a casa e stare con la famiglia. La squadra è giusta, a Napoli però c'è l'idea dell'autodistruzione. Quando sono arrivato al Chelsea c'era un piccolo gruppo di tifosi che remava contro. Parlo di autodistruzione per farvi capire che questa non è la strada giusta. L'ho visto a Valencia, a Tenerife, all'Extremadura e al Liverpool. Quando si sta tutti insieme è più facile. Al Chelsea non avrei vinto se tutti non fossero stati uniti, tra staff e calciatori. Dobbiamo preoccuparci dei cori contro Napoli e dobbiamo intervenire tutti insieme. Come allenatore ho la responsabilità di vincere, ma ci vediamo a fine stagione. Lavoriamo e cresceremo, sicuro. Non posso dirvi però dove arriveremo. Ci manca qualcosa, ma ciò che non possiamo cambiare e ciò che è successo all'inizio. La reazione della squadra deve migliorare, dipende da noi e dobbiamo andare in campo dando il 100%. Come ho detto io devo trasmettere tranquillità, all'inizio dicevano doveva giocare Mertens, ad oggi è diventato indispensabile uno come Insigne».
«Terzo posto? La squadra ha le qualità per arrivare al terzo posto e forse anche di più – ha infine dichiarato – Rinnovo? Dobbiamo concentrarci sul presente. I calciatori sapevano qual era la situazione. Lavoriamo e parliamo sempre, abbiamo un direttore sportivo che ha creato una squadra nuova con un profilo più alto. Questo è il Napoli, possiamo arrivare dove possiamo, l'importante sarà crescere. Liverpool? Voglio vincere qui, poi se arrivano altre proposte dopo dieci anni, le valuterò, ma ho detto no a due offerte, eppure mi hanno proposto più soldi. Dobbiamo sempre dar il 100%, come faccio d'altronde».
Sui diffidati in ottica Supercoppa: «Se si gioca adesso non possiamo farci nulla. Faremo i conti coi diffidati. Abbiamo analizzato ciò che dobbiamo migliorare. In tante partite avremmo meritato di più. Se noi avessimo segnato all'ultimo a Bergamo senza far segnare l'Inter a questo punto saremmo un po' più in alto». Poi sul mercato e sui cali di concentrazione: «Mercato? Ho fiducia nella società. Cali di concentrazione? Quando devo spiegare l'errore ai calciatori parlo con tutti, dai difensori agli attaccanti. Se qualcuno fa un errore non devo venire qui e dirlo a voi. Prendo i giocatori, gli faccio rivedere le immagini e poi si va in campo per lavorare. Quando arrivai a Valdebebas anni fa c'era un allenatore colombiano fantastico a livello tattico. E lì giocava con due mediani davanti la difesa e tutti glieli criticavano. Era un discorso molto ricorrente. Giocare con due davanti la difesa è meglio di un solo calciatore. Giocare con tre sarebbe meglio di giocare con due. I nostri due mediani provano a giocare in sintonia, non dipende dal modulo ma dai movimenti dei due centrocampisti. Il calcio e fatto per gente che ne capisca».
Mentalità della squadra? «Fa parte della nostra crescita. Un famoso allenatore spagnolo diceva che la cattiveria non si compra al supermercato. È più facile se si vince, ma se pareggiamo una partita che si poteva vincere... ci mettiamo più tempo ad avere fiducia. Ci manca l'esperienza e la continuità, urlando corrono di più, ma se non capiscono cosa devono fare corrono e basta. Samp e Genoa? Vediamo a fine campionato. Koulibaly? È arrivato da pochi mesi, ha fatto benissimo sin da Dimaro, ma non è a posto, deve crescere perché è ancora giovane. Insigne? È stato criticato tutto l'anno, poi è cresciuto perché ha continuato a lavorare e faceva sia la fase difensiva che quella offensiva. Faceva più assist e la squadra vinceva e cresceva di settimana in settimana. Lorenzo ha una capacita fisica e tecnica straordinaria, è uno che ci ascolta e fa il suo lavoro in campo. È ovvio che cresce. Albiol? Deve lavorare sulla concentrazione. Io facevo degli errori che oggi non faccio, magari ne faccio di diversi. L'esperienza è ciò che facciamo quando succede qualcosa di storto.
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