Siamo ai titoli di coda per questo nuovo affare per il Napoli: Leo Ostigard. Il difensore ...
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Nei giorni passati, di vigilia per il big match dell’Olimpico Lazio-Napoli, il direttore sportivo azzurro Riccardo Bigon ha rilasciato una lunga intervista alla rivista È azzurro toccando mano mano numerosi argomenti riguardanti la sua avventura con la compagine campana.
«Napoli per me significa tanto. Mio padre ci ha giocato e poi allenato ottenendo grandi risultati. È un rapporto che va al di là della sfera professionale, è un vero e proprio sentimento che regala emozioni e gioie – ha dichiarato – Se mi piacerebbe eguagliare mio padre? La risposta è scontata, chiaramente sarebbe bello riuscirci. Il mio lavoro, però, va oltre il risultato del campo. Il nostro modello è una società come il Bayern Monaco,lo vedo come il punto più alto del calcio europeo. L’ipotesi Napoli nacque comunque nel 2009: ricevetti una chiamata da Chiavielli che mi chiese la disponibilità per un incontro. Ero fra Pescara e Giulianova a cercare giocatori per la Reggina. Ovviamente dissi di sì! Ero in auto, cambiai subito strada in direzione Roma. Reja parlò bene di me a De Laurentiis, Mazzarri ovviamente fu d'accordo. Ringrazierò sempre il presidente per l'opportunità che mi ha dato».
«Le trattative più difficili? Vargas e Rafael. Il portiere brasiliano era seguito dalla Roma e dall’Inter. Per quanto riguarda il cileno, ho trascorso tante notti insonni per definire l’affare considerando la concorrenza dello Zenit e del Chelsea – ha continuato – Cosa non ha funzionato con Vargas? Evidentemente non c’erano le condizioni giuste affinché potesse dare i meglio. Pensavamo potesse ambientarsi, invece faticò ad inserirsi e questo fu un duro colpo alla sua autostima. Non è riuscito a rendere al meglio nel Napoli, ma non si può negare che sia un buon giocatore. Bale è invece un nostro rimpianto. Era il 2010, ero arrivato da poco e avevamo un’emergenza sulla fascia sinistra. Ci serviva un mancino e lui giocava poco nel Tottenham con Redknapp in panchina e si poteva acquistare. Era molto giovane, non c’erano le condizioni, avremmo dovuto investire 10 milioni. Un peccato. Il secondo rimpianto fu Vidal. Mi ero mosso in anticipo, incontrai il suo agente in occasione di Bologna-Napoli e poi in gran segreto mi recai a Leverkusen per parlare col Bayer. Ho ancora il fax con la loro richiesta. Se il giocatore non fosse partito per la Coppa America probabilmente l’avrei spuntata. L’acquisto più sorprendente? Ovviamente Cavani. Eravamo tutti convinti della sua forza. Ricordo che il suo acquisto fu anche contestato perché fu ceduto Quagliarella. Poi conquistò tutti: ha segnato 104 gol in tre anni. Davvero incredibile!».
«Benitez? I presupposti per rinnovare ci sono – ha poi aggiunto – Il rapporto è ottimo e si lavora bene. Ovviamente non contano solo questi aspetti quando si stipulano i contratti. Parlerà col presidente De Laurentiis e decideranno cosa fare. Benitez non ha mai escluso di poter restare! Mercato? Gennaio ha portato già due ottime pedine. Gabbiadini è un giovane, classe 1991, che ha sempre fatto tanti gol. Nel calcio questo è importante, poi ha fatto tutta la trafila nelle nazionali giovanili. È mancino, ha una buona struttura fisica e ha caratteristiche universali, potenzialità di livello e può crescere ancora. Di Strinic me ne parlò Reja qualche anno fa, quando allenava l'Hajduk. Mi disse che aveva talento. Allora giocava terzino sinistro, esterno alto e alle volte anche mezz'ala in un centrocampo a tre. Poi l'abbiamo affrontato anche come avversario… Teoricamente non ci saranno altri acquisti, ma se ci dovessero creare le condizioni per sfruttare un’opportunità, saremo pronti a coglierla. Cosa convince un calciatore ad accettare il Napoli? La nostra serietà. Un esempio? Benitez: quando siamo andati a parlargli, il campo aveva già fatto tanto per noi. Abbiamo dimostrato con i risultati la nostra professionalità, siamo gente credibile!».
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